CASA D'ERCOLE
"CASA D’ERCOLE"
Ho già udito ininterrottamente
il fruscio del passato
che da quest’alga terrena
precipita sull’arena.
Dell’umido pensiero mio
resta un ricordo in questo labirinto
che i passi han variopinto
tastando mani antiche
e sollazzi ritmici.
Mirabile dolcezza
a Oriente d’Aristide,
voci acquatiche
fra i veli trasparenti,
che bagnando natiche e colline di latte
dan luce dall’alto
ai rivoli,
ai marmi.
Ignorata la notte fulgente
e lapillosa di mente,
discende ora dal triangolo
la sua colata d’oro.
Fiumi di collane omicide
stringono la gola
ed intrecciano le carni
che sudano,
ansimano,
fermano i cuori,
i fanciulli mori dall’anima bianca,
e la panca dell’Ode.
Dal ciglio sul mare
il porto si ferma...
nient’altro che fumi,
grida,
unanime sentenza che condanna
e imprime la sua forza
nel centro della terra.
(Amira)
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